Dai alle piante i nutrienti di cui hanno bisogno: il miglior substrato per la cannabis
Oggi parleremo di un argomento molto importante per la coltivazione della cannabis: qual è il miglior substrato per la marijuana e come fare per prepararlo da te.
Noi di Sweet Seeds® teniamo a cuore le necessità dei coltivatori e i gusti dei collezionisti di genetiche di alta qualità, ecco perché anche oggi vogliamo condividere con tutti voi la nostra esperienza.
Sporchiamoci le mani!
A cosa serve il substrato per la marijuana e perché è importante?
Come avrai immaginato, il substrato per la marijuana è il supporto o la base fisica in cui crescono e si sviluppano le piante. È difficile immaginare una pianta in grado di crescere fuori dal terreno, ma esistono dei casi in cui si prescinde dal substrato, ad esempio nelle coltivazioni aeroponiche.
Nel nostro caso, ci concentreremo sui diversi tipi di substrati per la marijuana e sulle loro caratteristiche.
Il substrato ideale per la cannabis deve avere infatti delle caratteristiche determinate per quanto riguarda la porosità perché, oltre all’apporto di acqua e nutrienti necessari per una crescita vigorosa, deve ossigenare a sufficienza le radici, trattenere umidità e consentire il drenaggio, evitando ristagni che potrebbero essere fatali per la pianta.
Insieme alla qualità della genetica, è uno dei fattori più importanti per la riuscita di una coltivazione, ecco perché bisogna sceglierlo con estrema cura. Personalmente, ho visto molte coltivazioni andate a male a causa della scelta del substrato sbagliato, o di errori nella preparazione quando viene fatto in casa.
Un substrato preparato male può causare stress alle piante e quindi una crescita rallentata, uno sviluppo deficiente e, di conseguenza, una resa minore e di peggiore qualità.
Non lesinare, scegli sempre il substrato migliore per la cannabis! In fin dei conti, si tratta delle fondamenta su cui poseranno le piante.
Fattori per determinare il miglior substrato per la cannabis
Prima di tutto, va notato che la marijuana cresce bene in substrati acidi, con un pH che va da 5.8 a 6.2. Le necessità delle piante dipendono in grande misura dalla fase i cui si trovano. Non è lo stesso un seme appena germogliato rispetto a una pianta adulta che sta passando alla fase di fioritura.
Come se non bastasse, non è lo stesso coltivare piante autofiorenti, che hanno un ciclo di vita più breve, o piante fotodipendenti all’aperto, il cui ciclo dura circa 6 mesi. Ma non preoccuparti, più avanti spiegheremo tutto in dettaglio.
Anche le condizioni ambientali sono importanti, poiché svolgono un ruolo cruciale. Ad esempio, in climi più aridi è meglio usare un substrato in grado di trattenere più a lungo l’umidità, magari tramite l’aggiunta di polimeri superassorbenti, un materiale formulato per aumentare la capacità di trattenere acqua e nutrienti nei terricci e substrati.
Nei climi più umidi, invece, è consigliabile formulare il substrato con una maggior capacità di drenaggio e aerazione, ad esempio tramite l’aggiunta di perlite o di materiali simili.
Per finire, sarà necessario determinare il ciclo e la potenza luminosa perché questi fattori influiscono direttamente sulla quantità di nutrienti che il substrato per la marijuana dovrebbe contenere. Ad esempio, una pianta esposta al sole diretto per 12 ore al giorno avrà necessità diverse rispetto a una esposta per sole 6 ore.
Tipi di substrato per la marijuana: vantaggi e svantaggi
Vediamo quali sono i vari tipi di substrato consigliato per la coltivazione della cannabis.
Terriccio
È spesso la prima scelta dei coltivatori, e alcuni di loro asseriscono che la marijuana coltivata in terra sia di migliore qualità e con aromi migliori e più puri. È il substrato più tradizionale, accessibile e facile da usare.
Il terriccio naturale ha una composizione variabile e in natura possiamo trovarlo di diversi tipi: sabbioso, argilloso, marnoso, limaccioso o un mix di questi. Tra le sue qualità, troviamo l’alta capacità di trattenere acqua e nutrienti. È una base molto stabile per le radici e ha un costo relativamente basso.
D’altro canto, tende ad accumulare nutrienti in eccesso, con conseguenti squilibri di pH ed EC.
È consigliabile comprare terriccio per marijuana formulato da aziende specializzate, per essere sicuri che abbia una formulazione e caratteristiche perfette per la crescita delle piante. Se vuoi prepararlo da te, trovi una ricetta semplice più avanti.
Cocco
Quando parliamo di substrato per la cannabis a base di cocco ci riferiamo a un derivato del guscio che è molto usato poiché è un materiale molto leggero, con un’alta capacità di trattenere l’umidità e un drenaggio e un’aerazione eccellenti.
Mentre le innaffiature sul terreno sono più lente perché bisogna dare al substrato il tempo di assorbire l’acqua, con il cocco è molto facile amministrare tutta l’acqua in una volta sola. È molto assorbente e allo stesso tempo si asciuga rapidamente, contribuendo a ossigenare le radici. Per questo motivo, è necessario aumentare la frequenza delle bagnature.
È completamente ecologico e in grado di trattenere alte dosi di nutrienti, per questo è uno dei substrati preferiti per un uso commerciale e su larga scala.
È un substrato che richiede un pH inferiore per mettere i nutrienti a disposizione delle piante, tra 5.5 e 5.8 in fase di germinazione e in stato vegetativo, fino a un massimo di 6.0 o 6.2 in fase di fioritura. Uno svantaggio del cocco è che si tratta di un substrato per la cannabis privo di nutrienti, per cui è necessario concimare con le bagnature sin dall’inizio.
Coltura idroponica
Nelle coltivazioni idroponiche, il substrato usato è molto leggero e ha un’alta capacità di ossigenazione. Tra i più comuni troviamo lana di roccia, argilla espansa, Mapito e anche sabbia o perlite. Non trattengono acqua ed è per questo che vengono usati nei sistemi di irrigazione automatica. Solitamente, sono disponibili nei cestelli dei sistemi DWC oppure in lastre, sui vassoi.
I sistemi idroponici sono molto efficienti ma sono indicati solo per i coltivatori esperti, poiché richiedono molte cure e un monitoraggio costante.
Il miglior substrato per varietà autofiorenti
Dal nostro punto di vista, le varietà autofiorenti del catalogo di Sweet Seeds® non sono molto diverse da quelle fotodipendenti per quanto riguarda l’assorbimento di nutrienti, ma esiste comunque una serie di premesse da tenere in conto se vuoi usare un buon substrato per autofiorenti.
Queste varietà sono famose per il loro ciclo di vita veloce e la loro capacità di fiorire indipendentemente dal fotoperiodo. Sono dunque ideali per raccolte rapide e per più cicli di coltivazione all’anno.
Per questo motivo, è consigliabile usare un substrato più leggero e con meno nutrienti e, se necessario, aumentare la concimazione con le bagnature. Puoi anche usare un substrato regolare e alleggerirlo con l’aggiunta di perlite o fibra di cocco, per evitare sofferenze nei primi giorni di vita.
Ma va notato che, una volta adulta, la pianta avrà bisogno di un substrato completo in termini di nutrienti.
Le coltivazioni in cocco o con sistema idroponico sono quelle che potrebbero dare i risultati migliori, ma bisogna tenere sempre presenti le possibili problematiche che queste comportano.
Il substrato migliore per le varietà fotodipendenti
Le varietà fotodipendenti richiedono un substrato in grado di sopportare un ciclo di vita più lungo e le necessità specifiche nelle varie fasi di crescita e fioritura. Indoor, l’ideale è usare un substrato leggero e riutilizzabile per varie coltivazioni, dandogli nuova vita con additivi quali guano, hummus e micorrize.
Ma non dimenticare di effettuare prima un lavaggio dei nutrienti accumulati alla fine della coltivazione, con prodotti specifici tipo “flush”, per non causare accumuli o squilibri di EC e pH. Il cocco è spesso ideale grazie al poco peso iniziale, che facilita il trasporto. Inoltre, offre risultati magnifici.
Il miglior substrato per marijuana coltivata outdoor deve essere sempre leggero e molto spugnoso per essere facilmente penetrato dalle radici. Non usare terricci troppo argillosi poiché la crescita sarà più lenta. Consigliamo di usare un substrato in grado di rilasciare lentamente i nutrienti.
Prepara un buon foro e riempilo con un substrato completo, con la giusta proporzione di materiali in grado di ossigenare e trattenere a sufficienza l’umidità. Cerca di usare hummus di lombrico e guano di pipistrello, che apporteranno nutrienti quando la pianta ne avrà bisogno.
Se aggiungi polimeri superassorbenti, la pianta avrà acqua nei momenti critici.

Componenti essenziali del substrato: nutrienti chiave per una coltivazione salutare
Ecco una lista dei componenti fondamentali che deve avere un substrato per la cannabis e che sono spesso contenuti nei sacchi disponibili in commercio, con i rispettivi valori indicati in confezione.
- Azoto: è responsabile della sintesi delle proteine e della clorofilla, è l’elemento indispensabile per la crescita vegetativa. È un componente di base di amminoacidi ed enzimi e causa lo sviluppo di foglie verdi in salute.
- Fosforo: necessario nella formazione delle radici e molto importante per trasferire energia, per la fotosintesi e per la respirazione della pianta. Altamente necessario in fioritura, si incarica di formare le cime per cui è molto importante.
- Potassio: aiuta a combattere malattie ed è cruciale nella gestione idrica della pianta. Attivatore enzimatico, delle sintesi e delle proteine, regola l’apertura e la chiusura degli stomi, per cui è indispensabile per la traspirazione e l’assorbimento degli CO2.
- Calcio e magnesio: il calcio rafforza il sistema vascolare e la struttura cellulare, mentre il magnesio è fondamentale per la fotosintesi e attiva enzimi per il trasporto dell’energia, importantissimo in fase di crescita e di fioritura.
- Micronutrienti: anche se sono presenti in dosi minori, sono altrettanto importanti e tra questi troviamo il ferro, cruciale per la clorofilla e processi vitali come la respirazione. Anche il manganese e il rame sono importanti nella fotosintesi, mentre lo zinco regola gli ormoni della crescita. Il boro promuove la divisione cellulare e la fioritura, il molibdeno è vitale per fissare l’azoto, il cloro migliora la crescita e le difese, e il nickel influisce sul metabolismo dell’urea.
Come preparare e arricchire il substrato per la cannabis
Se scegli di fare da te il mix, trovi di seguito una ricetta di base:
- 40% di terriccio nero di qualità o di compost (o un mix tra i due)
- 25% di torba bionda che apporta acidità, trattiene molta acqua e nutrienti e previene il compattamento
- 10% di perlite, ideale per areare il substrato e renderlo spugnoso, oltre a mantenere buoni livelli di umidità
- 10% di vermiculite, che svolge una funzione simile alla perlite
- 15% di hummus di lombrico, imprescindibile in quanto apporta gradualmente i nutrienti, acidi umici e fulvici e regola il pH, oltre a mantenere la microvita del terreno.
Se aggiungi funghi benefici tipo trichoderma e micorrize, avrai un terriccio per cannabis fatto in casa di altissima qualità.
Se vuoi aggiungere micronutrienti, puoi comprare un pack completo, solitamente disponibile in polvere o liquido. Mixalo bene e nelle proporzioni indicate.
Gestione del pH e della conduttività elettrica (EC) nel substrato
Dopo aver preparato il substrato per la marijuana fatto in casa, sarà necessario misurare pH ed EC per evitare tossicità.
Un pH adeguato è cruciale perché influisce sulla disponibilità e l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante, che preferiscono un ambiente leggermente acido per le radici, con un pH ideale di circa il 6.0. Un’EC sotto controllo contribuisce a prevenire carenze e tossicità.
Ti serviranno strumenti di misura calibrati e dovrai effettuare la misurazione approssimativamente sui primi 10 centimetri tramite un kit di campionamento o con potenziometri portatili. Se il pH è fuori dall’intervallo desiderato, regolalo tramite regolatori del pH o con correttori quali epsonite.
Per misurare l’EC, inserisci la sonda del misuratore specifico per terreno nel substrato inumidito, mai asciutto. Se i valori sono al di fuori dal range ottimale, ecco come equilibrare il mix per riportarlo intorno al 2.0. Per la germinazione, puoi renderlo anche più leggero.
– Se l’EC è troppo alta, vi è un eccesso di sali e potrebbe essere necessario un lavaggio del substrato con acqua per ridurre la concentrazione.
– Se l’EC è bassa, può essere necessario aggiungere nutrienti per raggiungere la concentrazione desiderata.
Conclusioni: ottimizza il potenziale della coltivazione con il substrato giusto
Siamo arrivati alla fine e ci auguriamo di averti chiarito le idee sul tipo di substrato più indicato per la marijuana. Adesso, non devi fare altro che scegliere le migliori genetiche per mettere in pratica quanto hai imparato, ecco perché ti consigliamo di visitare il nostro catalogo di semi autofiorenti e fotodipendenti. Siamo sicuri che troverai semi di alta qualità con cui ampliare la tua collezione.
E, se hai dei dubbi, puoi visitare i nostri profili social o iscriverti al nostro forum, in cui saremo lieti di aiutarti.
Grazie per la lettura e buona coltivazione!
Sweet Seeds S.L. non è responsabile dell’uso improprio delle informazioni contenute in questo articolo. La coltivazione di cannabis potrebbe costituire un reato penale o un’infrazione amministrativa; consulta la legislazione in materia di cannabis del tuo luogo di residenza. Sweet Seeds S.L. non intende in alcun modo incitare a pratiche illegali.


