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Semi Fotodipendenti

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Le moderne varietà di femminizzate e fotodipendenti di marijuana rappresentano oggi il massimo esponente del breeding della marijuana, raggiungendo livelli di qualità straordinari e mai visti prima. Vari e squisiti aromi e gusti ben definiti e diversificati sono abbinati a diversi chemiotipi (profili dei cannabinoidi e terpeni) per la gioia dei consumatori di cannabis del mondo intero; un mondo in cui si aprono nuovi orizzonti per gli usi medicinali della marijuana e per la regolamentazione del suo uso ricreativo.

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Cosa sono le varietà fotodipendenti?

I semi fotodipendenti producono piante di marijuana che fioriscono a seconda della quantità di ore di luce e di buio che ricevono (fotoperiodo).

Le varietà dipendenti dal fotoperiodo iniziano a fiorire in base alle ore di luce e di buio che ricevono. Appartengono a questo gruppo tutte le genetiche femminizzate o regolari comunemente coltivate prima dell’arrivo delle genetiche autofiorenti. Queste genetiche, se  all’esterno fioriscono in una certa epoca dell’anno, quando le ore di luce diminuiscono e aumentano le ore di buio, alla fine dell’estate e in autunno. Nella  all’interno, con luce artificiale, fioriscono solitamente quando sottoposte a un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 di buio.

La stragrande maggioranza delle varietà di marijuana sono fotodipendenti, l’inizio della fioritura scatta cioè con l’arrivo delle giornate brevi e delle notti lunghe. È il fotoperiodo che regola e determina l’inizio della fioritura.

Semi fotodipendenti o femminizzati?

semi fotodipendenti sono erroneamente chiamati “semi femminizzati” da molte banche di semi e consumatori di cannabis, facendo di questa espressione un uso inesatto. La definizione di "seme femminizzato" riguarda il sesso della popolazione dei semi, sono popolazioni di semi che producono solo piante femmina, note in terminologia genetica come linee ginoiche. Questi semi sono chiamati “semi femminizzati” per distinguerli da quelli conosciuti come “semi regolari” che producono maschi e femmine. Il termine "seme fotodipendente" o "seme autofiorente" si riferisce alle due modalità con cui, nella marijuana, si scatena la fioritura, che dipende dal fotoperiodo nelle piante fotodipendenti, oppure avviene in modo automatico al raggiungimento di una certa età nelle piante autofiorenti. Ciò vuol dire che da un lato una varietà può essere femminizzata o regolare, dall’altro può essere fotodipendente o autofiorente, ma non è corretto chiamare i semi dipendenti dal fotoperiodo “semi femminizzati” perché anche i semi autofiorenti possono essere femminizzati, come nel caso di tutti i semi automatici del catalogo di Sweet Seeds®.

Semi fotodipendenti F1 Fast Version®

Le varietà F1 Fast Version® sono la prima generazione filiale (F1) risultante dall’incrocio (ibridazione) tra una genetica fotodipendente e una genetica autofiorente, il risultato di questa ibridazione tra due piante completamente diverse (almeno, per quanto riguarda il tipo di fioritura) si conosce in terminologia genetica come “Ibrido F1”. Sono genetiche ibride, 100% fotodipendenti, ma a fioritura molto veloce. Il parentale fotodipendente fornisce all’ibrido F1 la sua condizione di dipendenza dal fotoperiodo in tutta la discendenza, e la genetica autofiorente fornisce all’ibrido F1 una fioritura e maturazione delle gemme moto veloce in tutta la discendenza.

Gli ibridi F1 coniugano nella stessa generazione la apprezzata "stabilità" e anche l’apprezzato "vigore dell’ibrido".

Queste varietà  più veloci comporta un risparmio di tempo, risorse e sforzi. Inoltre, la fioritura veloce di queste genetiche rappresenta un vantaggio importante che può essere sfruttato da quei coltivatori che coltivano nelle zone umide e piovose o con inverni rigidi, dal momento che le piante di marijuana possono giocare d’anticipo nei confronti del periodo più virulento degli attacchi fungini o dell’arrivo del maltempo e del freddo.

Vantaggi della coltivazione di semi fotodipendenti

Così come i semi autofiorenti offrono alcuni vantaggi rispetto ai semi fotodipendenti, anche i semi fotodipendenti offrono dei vantaggi rispetto ai semi autofiorenti, i più importanti dei quali sono enumerati di seguito:

  • Conservazione delle piante madri: uno dei principali vantaggi della coltivazione di semi fotodipendenti è la possibilità di conservare, a tempo indeterminato, cloni di qualsiasi pianta speciale che abbiamo scoperto. Questo si ottiene di solito mantenendo i cloni con luce artificiale con un fotoperiodo di 18 ore di luce e 6 ore di buio. Con questo fotoperiodo, le piante sono mantenute in uno stato vegetativo, senza mai entrare in fioritura e sono utilizzate per estrarvi dei cloni.
  • Propagazione vegetativa: queste piante fotodipendenti possono essere moltiplicate nel nostro giardino prelevando talee dalla pianta da seme o dalla pianta madre.
  • Controllo di altezza, dimensioni e produzione: mantenendo le piante fotodipendenti con un fotoperiodo di crescita vegetativa per il tempo necessario a raggiungere l’altezza desiderata, possiamo controllare l’altezza e le dimensioni delle piante per ottenere piante di grandi dimensioni e con alta produzione di gemme. Questo ci permette, in coltivazioni all’esterno e con pochissime piante, di coprire il nostro fabbisogno annuale di erba. Allo stesso modo, controllando il fotoperiodo per indurre la fioritura con pochissima crescita, otterremo l’effetto contrario, piante piccole, discrete e con un ciclo di vita veloce. Per pianificare l’altezza desiderata dovremo tenere conto del fatto che, a seconda della varietà, le piante possono duplicare o quadruplicare l’altezza che avevano all’inizio della fioritura o nel momento in cui abbiamo iniziato a cambiare il fotoperiodo in coltivazioni indoor.

Filosofia di breeding di Sweet Seeds®

A causa di una proibizione ingiusta e al fenomeno della globalizzazione, la marijuana ha subito negli ultimi 100 anni un’estinzione di massa di varietà selvatiche e addomesticate. Per molte di queste varietà uniche di marijuana è già troppo tardi e il loro recupero è impossibile. Questa perdita di biodiversità è un fatto ingiustificabile, significa una perdita enorme di risorse naturali per il pianeta. Il codice genetico unico di ciascuna delle varietà vegetali è un laboratorio vivente che potrebbe aprire in futuro la porta a grandi conoscenze e scoperte, ed essere molto utile nelle grandi sfide mediche, energetiche e industriali che l’umanità dovrà affrontare in questo secolo.

In Sweet Seeds® pensiamo che il modo migliore per proteggere la marijuana fino a quando l’ingiusta e irrazionale persecuzione che pesa sulla pianta non finirà, è salvaguardare e aumentare la sua diversità, e al tempo stesso distribuire i suoi semi.

La nostra filosofia di breeding è semplice, noi breeder di Sweet Seeds® siamo consumatori e collezionisti di genetiche, ricerchiamo e selezioniamo le migliori genetiche che troviamo sulla nostra strada per conservarle nel tempo così da poterne godere oggi, domani e il resto la nostra vita. Lavoriamo con la convinzione che fra 200 anni le generazioni future potranno godere del nostro lavoro, che è al tempo stesso la nostra grande passione.

I criteri che utilizziamo per selezionare le nostre migliori piante madri rispondono principalmente alle qualità desiderabili di queste piante e non alla loro origine, provenienza o pedigree. I parentali che usiamo in Sweet Seeds® sono il risultato di venti anni di ricerca, selezione, conservazione e sviluppo.

Piante facili da coltivare e dalla grande produzione di fiori e tricomi con gusti particolari sono da sempre caratteristiche distintive della nostra collezione di genetiche.

Sweet Seeds® è una banca di semi all’avanguardia nello sviluppo e miglioramento delle moderne varietà femminizzate di semi fotodipendenti. Abbiamo creduto in queste nuove genetiche femminizzate fin da quando siamo riusciti a far riprodurre tra di loro le nostre amate piante femmina e abbiamo ottenuto i nostri primi semi femminizzati.

Breeding delle varietà fotodipendenti

Le varietà di Sweet Seeds®, sono il risultato di programmi di breeding classici. In questi programmi lavoriamo incrociando, riproducendo e selezionando le diverse genetiche fino a ottenere risultati soddisfacenti e coerenti con gli obiettivi prefissati. I nostri programmi di breeding sono finalizzati alla selezione e stabilizzazione dei caratteri desiderabili: agronomici, botanici (distanza internodale, densità delle gemme, ecc.), di chemiotipo (profilo di cannabinoidi e terpeni) e organolettici (gusti e aromi), ecc. oltre alla la rimozione di eventuali caratteri indesiderati.

Noi breeder di Sweet Seeds® abbiamo sempre prestato un’attenzione speciale alla selezione e stabilizzazione dei caratteri organolettici. Tutte le nostre varietà sono particolarmente aromatiche e gustose, un tratto distintivo della nostra banca di semi e il motivo per cui ci chiamiamo "Sweet Seeds®". Per noi il sapore e l’aroma sono importanti quanto i livelli di cannabinoidi, la quantità di resina o altre caratteristiche desiderabili.

Per la produzione dei semi femminizzati fotodipendenti “commerciali” (destinati alla vendita al pubblico), in Sweet Seeds® usiamo “cloni élite” selezionati. La "selezione clonale" è un aspetto fondamentale nei programmi di miglioramento della maggior parte delle genetiche di marijuana.

I cloni élite sono il risultato di un intenso lavoro di selezione dei migliori esemplari alla fine dei programmi di breeding o il frutto del lavoro di ricerca e di collezionismo di nuove genetiche eccezionali, che sono usate come materiale di partenza nei programmi di breeding. Questi cloni élite sono conservati nella nostra “banca di piante madri” e sono le migliori piante femmina di marijuana che durante la nostra vita da cannabicoltori, breeder e collezionisti abbiamo trovato sulla nostra strada. Questi cloni élite, oltre a racchiudere una grande quantità di caratteri interessanti per il cannabicoltore, devono dimostrare una buona capacità di creare ibridi e rispondere bene alla tecnica di inversione del sesso, necessaria per produrre i semi femminizzati.

Per produrre semi commerciali di ogni varietà si usano sempre gli stessi cloni élite. Usare sempre gli stessi parentali offre dei vantaggi. In questo modo i risultati sono completamente prevedibili, poiché sono noti in anticipo e saranno sempre gli stessi, permettendo di garantire inequivocabilmente la qualità dei semi ottenuti. Solo nel caso in cui troviamo un clone élite che cede migliori caratteri alla discendenza mantenendo i tratti caratteristici della varietà, qualche parentale viene sostituito, e non si tratta di un evento molto comune.

Al contrario, quando lavoriamo con genetiche autofiorenti non possiamo conservare mediante cloni i migliori esemplari che troviamo, e dobbiamo lavorare con popolazioni di semi. Questo costringe noi breeder di varietà autofiorenti a un compito permanente di selezione dei parentali, sia durante lo sviluppo del programma di miglioramento e di breeding, sia ogni volta che si riproducono i semi commerciali. A seconda dei parentali scelti in ogni generazione, queste popolazioni possono sperimentare derive genetiche in un senso o nell’altro, e in questo modo le frequenze geniche non sono mantenute costanti nei semi commerciali. In questo modo, negli ultimi anni le popolazioni di semi autofiorenti sono state mantenute in costante evoluzione e miglioramento.

Nel caso dei semi F1 Fast Version®, che sono la prima generazione filiale risultante dall’incrocio tra un clone élite della banca di piante madri di Sweet Seeds® e un ceppo selezionato di semi autofiorenti di ultima generazione, si tratta di ibridi F1. Questa prima generazione è quella che viene sempre commercializzata, poiché è l’unica che è uniforme al 100% per il carattere fotodipendente e al 100% per la fioritura veloce. Il processo è relativamente semplice, la difficoltà risiede nella scelta dei parentali. I parentali che usiamo in Sweet Seeds® sono il risultato di venti anni di ricerca, selezione, conservazione e sviluppo.

L’ibridazione

La tecnica più comunemente usata nello sviluppo delle nostre varietà fotodipendenti è l’ibridazione, con lo scopo di sfruttare il vigore dell’ibrido e fornire uniformità alla discendenza.

L’ibridazione è uno dei metodi più importanti e proficui del miglioramento genetico e uno dei più usati dalle banche di semi di marijuana. Consente di raggruppare in modo veloce i caratteri desiderabili di entrambi i parentali, oltre a puntare all’obiettivo principale di sfruttare il fenomeno del vigore dell’ibrido o eterosi. Il vigore dell’ibrido è solitamente espresso in caratteri di tipo quantitativo, cioè caratteri misurabili, e nella marijuana è generalmente espresso come:

  • Aumento delle prestazioni
  • Miglior adattamento al mezzo
  • Maggiore resistenza a piaghe e malattie
  • Maggiore tolleranza agli stress ambientali
  • Aumento del tasso di crescita
  • Maggiore precocità (riduzione del tempo necessario a raggiungere la maturità)
  • Aumento delle dimensioni generali di gemme, gambi, foglie ecc.
  • Aumento del numero totale di nodi, foglie, fiori, tricomi ecc.
  • Aumento della quantità totale di terpeni e cannabinoidi

Non tutte le specie vegetali presentano il fenomeno del vigore dell’ibrido, anche se è abbastanza frequente nel regno vegetale e si esprime con maggiore intensità, per nostra fortuna, nelle specie allogame come la marijuana, e l’eterosi o vigore dell’ibrido è maggiore quanto più grande è la distanza genetica tra i progenitori.

L’autoimpollinazione

A differenza dell’ibridazione, usiamo la tecnica dell’autoimpollinazione per riprodurre le caratteristiche speciali e desiderabili di un clone élite senza contaminarlo con genetica esterna. Questa tecnica apporta una grande stabilità alla discendenza e alle generazioni successive.

Questa tecnica è stata utilizzata in una delle nostre prime varietà femminizzate e fotodipendenti, la nostra S. A. D. Sweet Afgani Delicious S1® (SWS02).

Le autofecondazioni producono generazioni di semi che tendono molto rapidamente alla omozigosi e rientrano nei i metodi tradizionali per ottenere linee pure in piante allogame, come la marijuana. Con ogni generazione di autofecondazione, il 50% dei geni che si trovano in eterozigosi diventano omozigoti.

La tecnica che abbiamo usato per ottenere l’autoimpollinazione di un clone femmina è la stessa che abbiamo usato per ottenere semi femminizzati. Si tratta di ottenere polline viabile di un clone di pianta femmina con il quale impollinare un altro clone femmina della stessa pianta di marijuana. Per ottenere polline da piante femmina, usiamo una tecnica di inversione del sesso con consiste nell’applicare sulle piante un prodotto a base di tiosolfato di argento. Questa applicazione induce la produzione di fiori maschi, e, con la dose e la modalità di applicazione adatte, la produzione di polline abbondante e viabile in una pianta femmina.

L’autoimpollinazione è una tecnica di miglioramento di applicazione relativamente recente nel miglioramento di varietà di marijuana poiché fino alla scoperta delle tecniche di inversione del sesso, era impossibile applicare le tecniche di miglioramento senza trascinare verso la prole geni di ermafroditismo. L’unico modo possibile per autoimpollinare una pianta femmina di marijuana senza usare tecniche di inversione del sesso, sarebbe quello di usare individui femmina che mostrano qualche fiore maschio sotto stress o in modo automatico, in modo da autoimpollinare con questo polline la pianta, ma così facendo si applicherebbe pressione selettiva sul gruppo di piante che più facilmente mostrano caratteristiche di ermafroditismo sotto stress, e ciò non è affatto nell’interesse della marijuana.

Con le moderne tecniche di inversione del sesso, le piante che mostrano qualche aspetto di ermafroditismo sotto stress sono eliminate da qualsiasi progetto di miglioramento di varietà femminizzate, per quanto possa essere eccellente il clone ciò che interessa è produrre varietà 100% femmine e a tal fine vanno scelti "cloni élite" (selezione clonale) con tendenze nulle o quasi nulle a produrre fiori maschi sotto stress, piante conosciute come "femmine pure".

In questo modo i breeder di marijuana possono aprire nuove strade nel breeding e miglioramento con l’autoimpollinazione e con tutte le altre tecniche di miglioramento che contengono autoimpollinazioni, come ad esempio la “selezione ricorrente”. È ora possibile esplorare queste tecniche senza trascinare i geni di ermafroditismo, compiendo una pressione selettiva sui caratteri di interesse ed escludendo dal pool genetico, in ogni generazione, i geni promotori di ermafroditismo, alla ricerca di quelle conosciute nel mondo cannabico come femmine pure.

Come simbolo delle autoimpollinazioni si usa la lettera "S" (dall’inglese "selfing"), quindi in S1 il numero indica la prima generazione filiale di una autoimpollinazione.

Altre tecniche di breeding utilizzate nelle nostre varietà fotodipendenti

Selezione massale e varianti: consiste nella selezione degli individui che mostrano le caratteristiche ricercate e l’esclusione degli individui indesiderati. L’incrocio di questi individui selezionati produrrà il seme con cui sarà seminata la generazione successiva. Questo processo viene ripetuto fino a ottenere una popolazione che riunisce in sé i caratteri ricercati. Questa tecnica ha molte varianti ed è spesso in grado di intervenire insieme ad altre tecniche in programmi di miglioramento.

Varietà sintetiche: le varietà sintetiche sono popolazioni create incrociando, in regime di impollinazione libera, varie linee genetiche differenti, in modo equilibrato e in isolamento, per moltiplicare poi le generazioni successive sempre in isolamento e in maniera equilibrata. Il risultato di questa tecnica è la nostra rinomata Cream Caramel® (SWS04).

Le varietà sintetiche condividono con le varietà ibride l’obiettivo di sfruttare il vigore dell’ibrido e fornire omogeneità alla discendenza, stabilendo inoltre per selezione nelle generazioni successive le caratteristiche più desiderabili.

Breeding della nostra Cream Caramel® (SWS04)

Per ottenere questa varietà è stato utilizzato un metodo di miglioramento classico applicabile a specie allogame o parzialmente allogame, come la marijuana. Questo tipo di colture sono conosciute in terminologia genetica come Varietà sintetiche (V.S.).

Cream Caramel® (SWS04) è il risultato della miscela equilibrata di varie delle nostre migliori indica, scelte per le loro eccellenti qualità agronomiche, botaniche e di chemiotipo, come la produzione, il tipo e l’intensità degli aromi, il tipo e l’intensità dell’effetto, la struttura della pianta, i tempi di fioritura brevi, la quantità di tricomi, la resistenza a malattie, la tendenza nulla verso l'ermafroditismo e, soprattutto, le loro buone capacità di formare buoni ibridi.

Per la creazione di Cream Caramel® sono state usate tre linee fondatrici, un ibrido BlueBlack (Blueberry'99 x Black Domina'98) del reparto R&S di Sweet Seeds®, un’eccellente Maple Leaf Indica di meravigliosa genetica afgana e una White Rhino che mostra la parte più indica e terapeutica di questo famoso poli-ibrido olandese. Con queste tre linee parentali abbiamo formato una popolazione equilibrata, composta dallo stesso numero di individui di ciascuna delle linee parentali. Questi gruppi di piante sono stati isolati in tre zone diverse, in modo da evitare le autofecondazioni e favorire la fecondazione incrociata, sfruttando al massimo l’eterosi o vigore dell’ibrido. In questo modo abbiamo lasciato che ciascuna delle linee si impollinasse vicendevolmente e liberamente solo con le altre due linee parentali.

I semi di questa prima generazione, ottenuti dalle tre camere di impollinazione, sono stati raccolti e miscelati in pari numero, formando quindi una generazione, chiamiamola VS1, con tutte le possibili combinazioni ibride delle linee fondatrici.

A sua volta, la generazione VS1 è stata lasciata in impollinazione libera in isolamento per evitare l’ingresso di pollini estranei, dando luogo all’incrocio in tutte le direzioni di tutte le combinazioni ibride possibili (VS2). In questa seconda generazione VS2 i semi sono stati formati mediante combinazioni di gameti delle tre linee parentali in modo completamente casuale. Questa popolazione è una popolazione panmittica, in equilibrio, e tutte le generazioni successive saranno identiche a essa in impollinazione libera e assenza di selezione, perché le frequenze geniche rimangono costanti.

Nelle generazioni successive fino alla VS5 abbiamo applicato la "selezione massale", scegliendo numeri sufficientemente grandi di parentali che mostravano caratteri agronomici di interesse per formare la generazione successiva, invece di lasciare il processo completamente casuale.

Cream Caramel® è una V.S. che condivide con le varietà ibride l’obiettivo di sfruttare il vigore dell’ibrido e fornire omogeneità alla discendenza, stabilendo inoltre per selezione nelle generazioni successive le caratteristiche più desiderabili. Dopo cinque generazioni di impollinazione libera e di selezione, il risultato è Cream Caramel®, una varietà molto stabile e produttiva, dal sapore intenso e con resina abbondante, molto adattabile a condizioni sfavorevoli e avversità ambientali (freddo, siccità, ecc.) a causa della sua grande ampiezza genetica che conferisce alla Cream Caramel® una flessibilità genetica di adattamento al mezzo maggiore rispetto agli ibridi F1.

Per ottenere Cream Caramel® come per le altre varietà fotodipendenti di Sweet Seeds® non sono stati usati maschi nelle fecondazioni, ma sono stati applicati moderni metodi di inversione del sesso su piante femmina selezionate, ottenendo in questo modo una V.S. che si aggira intorno al 99,9% di discendenza femminile.

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