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Tutto sul kief. Sfrutta al massimo le tue cime!

Sfrutta al massimo le tue cime!

Oggi parleremo di una delle zone più svantaggiate del Nord Africa, un luogo che per molti è simbolo di pace e serenità e in cui per secoli è stato consumato un prodotto che forma parte della cultura locale da migliaia di anni: stiamo parlando della regione del Rif e del kief o kif.

Il Rif è una regione montuosa di grande bellezza dell’Africa settentrionale, ricca di aree verdi e ripide scogliere, che si estende sulla costa mediterranea del Marocco e confina con l’Algeria.

Mappa del Rif.

Vi si trovano località come Xaouen, Alhuecemas, Nador e Ketama. Se hai mai visitato questa regione, avrai sicuramente visto gli abitanti locali fumare lunghe e sottili pipe di legno o metallo, con un piccolo braciere di argilla che contiene, appunto, il kief.

Queste pipe si chiamano sebsi e sono ideali per la loro capacità di raffreddare il fumo prima che venga inalato. Si tratta di una tradizione millenaria usata dalla popolazione locale per scopi ricreativi.

Oggi sveleremo tutti i misteri del kief e ne definiremo con esattezza la composizione, oltre a spiegarti come prepararlo da te, poiché molti blog lo descrivono erroneamente come una sorta di estrazione di marijuana, ma vedremo insieme che non è proprio così.

Continua a leggere per saperne di più!

Cos’è il kief?

Passiamo a svelare ogni singolo segreto che ruota attorno al kief, così che potrai vantarti con gli amici e spiegare loro un po’ di storia sulla cannabis.

Aspettative

Se cerchi kief o kif su Google, vedrai che viene spesso definito come un’estrazione a secco fatta a partire da cime di marijuana, in cui vengono separati i tricomi (quelle ghiandole luccicanti che rivestono le infiorescenze e contengono, tra altre sostanze, cannabinoidi quali THC e CBD e gli oli essenziali che danno aromi e sapore alla marijuana) dal materiale vegetale per mezzo di una procedura meccanica quando le piante sono secche.

Viene spesso usata una rete che deve avere misure specifiche in modo tale da far passare le teste dei tricomi, che sono quelle che contengono ciò che ci interessa. Una volta raccolto, a prima vista si vede una polverina dorata (più verdastra nel peggiore dei casi, perché significherebbe che contiene contaminanti vegetali di residui di foglie) molto simile alla sabbia del deserto. Presumibilmente, questo sarebbe il kief secondo quanto riportato in molti blog e persino su Wikipedia.

In realtà, questa estrazione è quella che viene comunemente chiamata “polline” ed esiste solitamente in polvere o ammucchiata, ma mai pressata (vedremo più avanti la differenza).

Si tratta di un’estrazione a secco e, se la guardi al microscopio o con una buona lente di ingrandimento, potrai vedere chiaramente le sfere cristalline che sono le teste dei tricomi, alcune code dei tricomi (nel caso dei tricomi capitato-pedunculati), tricomi cistolitici, che assomigliano a peletti trasparenti, e resti vegetali di foglie o fusti. La purezza di questa estrazione (dry sift) dipende dalla quantità di eventuali contaminanti presenti.

Tricomi di cannabis
Tricomi di cannabis

L’ideale sarebbe ottenere solo le teste dei tricomi e, per riuscirci, la cosa migliore da fare è usare cime di primissima qualità, fare l’estrazione in un luogo fresco e non colpire troppo la marijuana nel corso della procedura.

Bisogna usare una retina con una misura determinata (fino a 150 micron) per far passare solo le teste dei tricomi e, una volta effettuata l’estrazione, bisogna usare una qualche tecnica per separare le teste delle ghiandole dai contaminanti. Una tecnica efficace è la denominata static sift che, mediante l’elettricità statica, contribuirebbe alla procedura di separazione e smistamento.

Ma, spinti dalla voglia di aiutare i nostri lettori ad ampliare le loro conoscenze, abbiamo indagato più a fondo per sapere con esattezza cos’è davvero il kief, e possiamo affermare con certezza che il prodotto ottenuto mediante tale procedura non è il kief che viene consumato in Marocco, da cui proviene.

La verità sul kief

Ora che abbiamo visto come fare una buona estrazione di marijuana a secco, torniamo a ciò che ci interessa: cos’è il kief, come si fa e come si consuma.

Il kief che viene consumato nella zona del Rif è marijuana tritata, potrebbe contenere legnetti poiché a volte viene mischiato con una piccola parte di taba o tabacco da fiuto. Il taba che viene usato è un tipo di tabacco locale, che è molto variabile per quanto riguarda gusto e qualità. In alcuni casi è più neutro, mentre in altri ha un carattere più forte, che influisce maggiormente su aroma e sapore. Va notato che queste popolazioni consumano più kief e non tanto hashish o canne.

La marijuana che è usata da sempre in Marocco, in cui ha origine il consumo del kief, è un tipo di cannabis con un minor contenuto di THC rispetto a quanto siamo abituati in Europa o in altre parti del mondo in cui sono commercializzati i semi ibridi, che sono stati sviluppati al fine di renderli più produttivi, più resinosi e più potenti, e con una maggiore varietà di aromi. In origine esistevano solo poche genetiche, tra cui si trovavano le varietà Hardala, Marrocana e la pakistana (che è stata introdotta in un secondo momento).

Come si presenta il kief
Come si presenta il kief

Queste varietà di marijuana, coltivate fin da prima dell’invasione occidentale, sono ceppi di cannabis con meno resina, un contenuto di THC più basso e un alto indice di CBD rispetto alle coltivazioni attuali, in cui i semi di cannabis usati tendono a essere ibridi più produttivi e aromatici, che provengono dal mercato Europeo.

D’altro canto, la coltivazione tradizionale segue tecniche specifiche ed elementi che la distinguono dalle coltivazioni più occidentali, per così dire. È comune vedere piante a essiccare sui tetti di molte di queste località, in cui vengono degradate molte delle proprietà ma viene conferito contemporaneamente un carattere unico. Questo, unito al fatto che le coltivazioni soffrono molto per le condizioni climatiche e che quasi tutte le piante sono impollinate e con semi, rende la cannabis meno potente, così da offrire effetti più leggeri (ma più narcotici) e di altri tipi di aromi e sapori.

Gli abitanti del Rif mischiano una parte di taba per ogni 7 o 8 parti di marijuana nei loro raccolti. A volte questa marijuana è stata colpita con bastoni per estrarre la resina e a volte è intatta e di migliore qualità. Più piccolo è il produttore, migliore saranno la qualità e la potenza del kief. In generale, l’effetto è più leggero rispetto a una canna di hashish o di erba.

Qual è la differenza tra kief e hashish?

Anche se probabilmente hai già capito cos’è il kief, non guasta spiegare cosa lo rende diverso dall’hashish.

Sebsi smontato.
Sebsi smontato.

Il kief, come abbiamo visto, è un mix di marijuana tritata, a volte con un po’ di tabacco. Non è prevista alcuna tecnica se non quella di mischiarla prima di metterla nel sebsi (la pipa).

L’hashish, cioè ciò che viene comunemente chiamato “polline”, è un’estrazione a secco o dry sift, pressata fino a ottenere un prodotto più scuro, malleabile e appiccicoso. Esistono diverse tecniche per produrlo, come ad esempio impastare a mano per applicare calore e pressione.

Nella zona dell’Hindu Kush applicano spesso calore con del carbone, mentre lo lavorano a mano o con mortai. In Marrocco viene spesso usata la couscoussiera per riscaldare il polline fino a renderlo ottimale per la pressatura. Un’altra tecnica consiste nel riempire di acqua calda una bottiglia di vetro e usarla per pressare i pezzi avvolti in un cellophane speciale.

Potenza e qualità variano abbastanza, ed è possibile ricavare un prodotto concentrato molto potente e saporito. Chi lo fa con piante auto-coltivate sa bene di cosa parliamo.

Polline (tricomi) di marijuana mezzo pressato, pronto per essere lavorato.
Polline (tricomi) di marijuana mezzo pressato, pronto per essere lavorato.

L’hashish occupa meno spazio delle piante o del polline non pressato. Oltre a conservarsi meglio, il prodotto finale acquisisce certe sfumature particolari e alcuni fumatori lo preferiscono. Va notato poi che per i produttori marocchini è un’importante fonte di guadagno perché è più facile esportarlo in altri Paesi.

Come estrarre il kief dalla pianta?

Come abbiamo visto, il kief non è un prodotto che va estratto. Non si tratta infatti del cosiddetto polline ricavato scuotendo le piante di marijuana.

Ti basterà procurarti del tabacco senza additivi, coltivato senza pesticidi e possibilmente senza nicotina, o un mix di erbe a piacere da mischiare alle cime. Se non vuoi renderlo molto potente, prova a usare varietà di marijuana con alto contenuto di CBD e bassi livelli di THC, come ad esempio Honey Peach Auto CBD® (SWS64) o Sweet Pure CBD® (SWS65) che contengono pochissimo THC e hanno un effetto molto leggero, quasi impercettibile.

Come conservare il kief?

Se hai deciso di preparati un sacchetto di kif o kief, ti consigliamo di conservarlo così come conservi la marijuana. Usa barattoli ermetici da tenere in un luogo fresco e asciutto. Per arrivare ai giusti livelli di umidità, puoi usare una delle tecniche di cui parliamo in questo articolo su come conservare la marijuana.

Varietà ideali per preparare il kief

Sweet Seeds® ha sviluppato varietà con genetica selezionata che ti consentiranno di ricavare un kief della migliore qualità. Se vuoi ottenere un prodotto quanto più simile a quello del Rif, ti consigliamo di scegliere varietà classiche e a carattere indica. Alcune delle migliori della nostra selezione sono: Sweet Skunk Auto® (SWS34)Bloody Skunk Auto® (SWS44) o fotodipendenti quali Mohan Ram® (SWS09) e Sweet Afgani Delicious S1® (SWS02). Gli aromi saranno molto caratteristici e l’effetto sarà rilassante, piacevole e molto simile a quello che potresti sentire se consumi kief in una delle località del Rif. 

Altre varietà consigliate per fare il kief sono: Dark Devil Auto® (SWS38)Black Cream Auto® (SWS37)Purple Punch OG® (SWS93) e Black Jack® (SWS01). Con questi ceppi noterai leggere sfumature di incenso e frutti rossi, mantenendo lo stesso effetto del kief originale.

Se, invece, vuoi farti prendere dall’ispirazione e dalla creatività, puoi scegliere piante più sativa o con aromi più speciali quali Gorilla Girl® (SWS74)San Fernando Lemon Kush® (SWS62) o la famosa Psicodelicia® (SWS07), con un sapore che ricorda l’hashish nepalese.

Qualunque sia la varietà che scegli per fare il kief, consigliamo di usare concimi organici per una migliore esperienza.

Come consumare il kief?

Tradizionalmente, il kief o kif viene consumato nel sebsi, la classica pipa di legno o di metallo, a volte semplice a molte molto variopinta.

Sebsi di legno e cilum di ceramica
Sebsi di legno e cilum di ceramica

Ha una forma lunga e affusolata, con un piccolo braciere di ceramica o metallo per il kief. La sua principale differenza rispetto ad altre pipe quali il cilum sta nelle dimensioni e nella forma, grazie alle quali il fumo generato arriva più fresco in bocca e ai polmoni. Inoltre, poiché il braciere è piccolo, il consumo e l’effetto sono minori.

Se hai altri dubbi o domande, puoi contattarci sui nostri profili social su FacebookTwitterInstagramTelegram o Bluesky e sul nostro forum esclusivo, in cui potrai chiederci informazioni su questo o su qualunque altro argomento legato al mondo della cannabis.

Per noi è importante condividere con te tutte le informazioni a nostra disposizione, per consentirti di accedere al nostro catalogo completo di semi femminizzati e godere della The Sweetest Experience.


“Sweet Seeds S.L. non è responsabile dell’uso improprio delle informazioni contenute in questo articolo. Consulta la legislazione in materia di cannabis del tuo luogo di residenza. Sweet Seeds S.L. non intende in alcun modo incitare a pratiche illegali”.