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Guida: come risolvere le carenze nutrizionali della cannabis

Correggere le carenze nutrizionali della cannabis.

Sulle carenze nutrizionali della cannabis si potrebbe scrivere un libro, e siamo sicuri che molti di voi vi fiondereste in libreria per accaparrarvene una copia. Il fatto è che i coltivatori di marijuana sono per la maggior parte autodidatti ed estremamente interessati ad ampliare le loro conoscenze.

Nell’articolo di oggi di Sweet Seeds®, cercheremo di spiegare in che modo le carenze nutrizionali della cannabis possono comprometterne la crescita, lo sviluppo e la produzione di cime, e come rilevarle per cercare la soluzione.

Identificare e correggere per tempo le carenze eviterà conseguenze gravi che potrebbero portare a una perdita parziale del raccolto o, nel peggiore dei casi, alla perdita completa della pianta.

Cosa si intende per carenze nutrizionali nelle piante di cannabis?

Tabella di assorbimento dei nutrienti in funzione del pH

La maggior parte delle patologie e delle problematiche delle piante ne debilitano il sistema immunitario e causano carenze nutrizionali, privandole dei nutrienti indispensabili per la crescita. Immaginiamo di avere un animale domestico cui per un po’ non diamo da mangiare, o che il cibo che gli diamo è di scarsissima qualità e povero di macro e micronutrienti indispensabili. Dopo un po’, il nostro animale si indebolirà e potrebbe anche morirne.

Per fortuna, le piante di marijuana ci parlano attraverso le foglie e il loro aspetto. Imparare a indentificare le carenze della cannabis aiuta gli auto-coltivatori a capire dove risiede il problema e riuscire a salvare la pianta coltivata da tanto tempo.

Prima di tutto, vediamo quali sono i nutrienti di cui ha bisogno la cannabis. 3 di questi vengono assorbiti direttamente dall’ambiente (aria e acqua): carbonio, azoto e ossigeno. Gli altri vengono assorbiti tramite le radici o le foglie.

Un altro modo di categorizzare i nutrienti è di dividerli in mobili e immobili. I nutrienti mobili sono in grado di spostarsi lungo la pianta (dalle riserve che conserva nelle foglie più grandi e vecchie) in caso di necessità. Quelli immobili, invece, non possono spostarsi.

Questo fatto ci aiuta a determinare quale elemento è il responsabile del problema che ci troviamo davanti: le carenze di nutrienti mobili saranno visibili nelle foglie più antiche, mentre quelle di nutrienti immobili nelle foglie più nuove.

In questa guida sulle carenze nutrizionali della cannabis parleremo dei nutrienti del terreno, che si suddividono in:

Macronutrienti

Esistono tre macronutrienti principali (NPK) che compaiono dopo la decomposizione della materia organica o sonno apportati tramite concimazione:

  • Azoto (N): nutriente mobile di cui la pianta ha bisogno in grandi quantità. È responsabile del colore verde poiché contribuisce alla formazione della clorofilla necessaria per la fotosintesi È imprescindibile per creare amminoacidi (formazione di proteine) e adenosina trifosfato (ATP). L’azoto è necessario per la vita perché fa parte di DNA ed RNA.
  • Fosforo (F): nutriente mobile che si trova in tutte le cellule della pianta. Partecipa in molti processi fisiologici vitali come, tra l’altro, la fotosintesi e la trasmissione di energia e nutrienti.

In stato vegetativo, dà solidità agli steli e contribuisce alla formazione delle radici. È molto utile nella lotta contro le patologie, oltre a essere imprescindibile per la produzione di fiori.

  • Potassio (K): nutriente mobile molto importante nell’apertura degli stomi, ed è direttamente correlato all’idratazione e alla conservazione dell’acqua nella pianta. Una carenza di questo elemento compromette le funzioni metaboliche importanti e la crescita della pianta, oltre a indebolire le radici. Contribuisce a tollerare lo stress ed è fondamentale nella sintesi delle proteine.

I macronutrienti secondari, che la pianta necessita in minor quantità, sono:

  • Calcio (Ca): nutriente immobile che regola l’attività ormonale ed enzimatica. Grazie al calcio, le piante formano la loro struttura poiché tiene unite le pareti cellulari e le membrane. Aiuta la pianta a resistere alle patologie e allo stress ambientale, oltre ad assorbire altri nutrienti.
  • Magnesio (Mg): nutriente mobile fondamentale per la fotosintesi e la sintesi della clorofilla. È essenziale per trasferire l’energia lungo la pianta e serve, tra l’altro, per la divisione cellulare, la sintesi delle proteine e l’attivazione degli enzimi.
  • Zolfo (S): nutriente semi-mobile che contribuisce alla formazione di proteine, vitamine (come la B1) e amminoacidi. Non ne servono grandi quantità ma non deve mancare, poiché aiuta a metabolizzare altri nutrienti, come l’azoto. Partecipa alla fotosintesi.

Micronutrienti

Pur essendo meno richiesti dalla pianta, sono necessari per la crescita. Eccone un elenco:

  • Ferro (Fe): immobile, è cruciale per la formazione della clorofilla e per la fotosintesi. Contribuisce alla produzione di proteine ed enzimi.
  • Manganese (Mn): immobile, molto importante per la fotosintesi e per il metabolismo dei nitrati. Agisce da cofattore in varie reazioni enzimatiche.
  • Rame (Cu): immobile, partecipa alla fotosintesi e al metabolismo di carboidrati e proteine. È essenziale per la lignificazione delle pareti cellulari.
  • Boro (B): immobile, essenziale per la formazione delle pareti cellulari e per l’integrità della membrana cellulare. Contribuisce all’impollinazione e allo sviluppo dei frutti.
  • Molibdeno (Mo): immobile, essenziale nel metabolismo dell’azoto. Agisce da cofattore negli enzimi che riducono i nitrati ad ammonio.
  • Zinco (Zn): immobile, necessario per la sintesi delle proteine e la produzione di ormoni. Contribuisce alla crescita della pianta e alla resistenza contro le patologie.
  • Cloro (Cl): mobile, importante per l’osmoregolazione e l’equilibrio idrico della pianta. Partecipa alla fotosintesi e all’apertura e chiusura degli stomi.

Principali cause di carenze nutrizionali della cannabis

Vediamo quali sono le principali cause delle carenze nutrizionali della cannabis.

Carenze ed eccessi nella pianta di cannabis.

Terreno o substrato poveri di nutrienti

Una delle principali cause delle carenze nutrizionali nella cannabis deriva dall’uso di substrati non equilibrati o che non contengono i nutrienti in quantità sufficiente. In assenza di conoscenze specifiche, è fondamentale acquistare un substrato speciale per la marijuana.

Se hai esperienza, puoi preparare il substrato da te, ma nel tuo growshop di fiducia troverai substrati di buona qualità a prezzi non eccesivi. In questo modo, almeno nelle prime fasi, la pianta a avrà tutto il necessario per crescere al meglio.

Squilibrio nel pH del terreno o dell’acqua

Il pH indica l’acidità o l’alcalinità ed è indispensabile per l’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta. Eventuali squilibri del pH causeranno carenze e un blocco del nutrimento, ed è consigliabile misurarlo spesso con uno strumento digitale o con le gocce.

Il range ottimale va da 6.0 e 6.5, perché questo è l’intervallo in cui viene assorbita la maggior parte dei nutrienti. In caso di squilibrio, la pianta inizierà a mostrare carenze nutrizionali.

Scarsa o eccessiva concimazione

L’assenza di nutrienti è negativa per la crescita e la salute delle piante, ma un loro eccesso causa tossicità e crea uno squilibrio, impedendone l’assorbimento in alcuni casi. Cerca di seguire le indicazioni riportate nelle confezioni dei concimi e di non abusarne. Tieni presente che un buon terriccio contiene già dei nutrienti e che nelle prime settimane forse non avrai bisogno di usare troppo concime.

Altre variabili che potrebbero causare carenze nella cannabis sono: pratiche di coltivazione sbagliate, patologie o parassiti, bagnature eccessive o insufficienti e condizioni climatiche estreme.

Per correggere il problema, dovrai prima imparare a identificarlo.

Sintomi comuni delle carenze nutrizionali

Vediamo quali sono i sintomi visivi più comuni che indicano che una pianta di marijuana presenta delle carenze nutrizionali.

Carenza di azoto (N)

Si manifesta molto chiaramente per mezzo di una decolorazione (da verde chiaro a giallo) delle foglie, a partire da quelle inferiori, più vecchie e grandi. Poco a poco la decolorazione colpirà le altre foglie e, se il problema non viene risolto, la pianta avrà una crescita lenta e atrofizzata.

Carenza di fosforo (P)

La carenza di fosforo è visibile nelle foglie e negli steli, che diventano verde scuro, porpora o rossastro, soprattutto nelle foglie più vecchie.

Possono comparire anche macchie necrotiche sulle foglie e si verificherà un’importante riduzione quantitativa e qualitativa delle cime. Le radici potrebbero essere sottili e meno ramificate, mentre gli steli fini e proni alla rottura.

Carenza di potassio (K)

Si notano bordi gialli sulle punte e sui margini delle foglie, che si seccano. Rallenta la crescita e compromette la produzione di cime. Le radici si indeboliscono e sono più propense a essere attaccate da funghi dannosi.

Carenza di calcio e magnesio

Quando il calcio scarseggia, si deformano le foglie nuove, che diventano più piccole. Compare inoltre una decolorazione che sfocia in macchie marroni tra le venature e i bordi delle foglie. La pianta perde luminosità e la crescita generale risulta atrofizzata.

La decolorazione si manifesta inizialmente nelle foglie più vecchie ed è accompagnata spesso da una loro perdita prematura. La pianta perde vigore e luminosità e la crescita è rallentata.

Come correggere le carenze nutrizionali della cannabis

Per correggere le carenze nutrizionali delle piante di cannabis, bisogna prima identificarle. Una volta determinato cosa manca, correggiamo il problema con un apporto extra o con una semplice regolazione del pH.

Esiste poi una soluzione universale, ideale quando non conosci con certezza la causa: consiste nel fare un lavaggio abbondante del substrato per drenare l’eccesso di nutrienti (bastano 10 minuti o il triplo di acqua rispetto al peso del vaso) con una successiva innaffiatura con un concime indicato per la cannabis, per ristabilire in maniera equilibrata i nutrienti che abbiamo eliminato nel lavaggio. È como riavviare il substrato ed è spesso la soluzione ideale.

Regolazione del pH per migliorare l’assorbimento dei nutrienti

Spesso, le carenze nutrizionali delle piante di cannabis dipendono da un pH errato. È importante misurare il pH dell’acqua di irrigazione dopo aver concimato e correggerlo in caso necessario. Se coltivi in terra, è ideale mantenere il pH tra 6.0 e 6.5. Se coltivi in cocco o in idroponica, il range ideale va da 5.5 a 6.0.

Questa pratica consente di risolvere la maggior parte degli squilibri nutrizionali ed è pertanto utilissima.

Uso di concimi e integratori specifici

Usa sempre concimi specifici per la cannabis e non lesinare. Le piante richiedono un nutrimento completo per generare cime di buona qualità. Cerca di usare integratori specifici come Cal/Mag per dare sempre alla pianta una buona disponibilità.

Rettifiche e miglioramento del terriccio

L’uso di compost o hummus è un grande alleato per prevenire carenze a lungo termine. Allo stesso modo, è possibile aggiungere cenere di legno, dolomite come fonte di calcio e magnesio, gesso o farine di gesso.

Oltre ad apportare nutrienti, la struttura del terreno ne risulta migliorata.

Sono utili inoltri prodotti quali i polimeri idroassorbenti o idrogel come Terracotem che, oltre a migliorare l’umidità del terriccio, apportano alle piante un nutrimento equilibrato di macro e microelementi.

Come prevenire le carenze in coltivazioni future di marijuana

Un programma di concimazione bilanciato

Sarebbe ideale avere a disposizione una buona linea di concimi, che siano bio o minerali, e seguire le tabelle indicate dai produttori. È importante non mischiare molti prodotti di marchi diversi perché potrebbero esistere delle incompatibilità.

Dovrai allenare l’istinto per individuare eventuali segnali di squilibri nutrizionali e agire prima che il problema peggiori.

Supervisione regolare del pH e livelli di nutrienti

Supervisione regolare del pH e dei livelli di nutrienti

Per prevenire le carenze nutrizionali della cannabis, reiteriamo l’importanza di mantenere ottimali i livelli di pH e di EC in ogni fase di coltivazione. Ricorda che, in fase vegetativa, le piante non richiedono un EC molto alto e probabilmente un pH inferiore, mentre in fioritura la necessità di nutrienti è superiore e il range del pH può essere leggermente più alto.

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Sweet Seeds S.L. non è responsabile dell’uso improprio delle informazioni contenute in questo articolo. La coltivazione di cannabis potrebbe costituire un reato penale o un’infrazione amministrativa; consulta la legislazione in materia di cannabis del tuo luogo di residenza. Sweet Seeds S.L. non intende in alcun modo incitare a pratiche illegali.